Nel dibattito contemporaneo sul design, la parola “sostenibilità” rischia spesso di essere svuotata dal suo senso originario. Ridotta a slogan o a semplice indicatore di performance energetica, perde quella dimensione culturale e percettiva che, invece, ne costituisce l’essenza più profonda.

Nel campo dell’illuminazione, la sostenibilità non riguarda solo il risparmio di energia, ma la costruzione di un equilibrio tra luce, spazio e benessere umano. La luce, infatti, è ciò che più di ogni altro elemento definisce la qualità dell’abitare: modella l’architettura, restituisce vita alla materia, costruisce percezioni.

In questo contesto, iGuzzini rappresenta un punto di riferimento internazionale, capace di coniugare innovazione tecnologica e responsabilità etica. L’azienda marchigiana, nata nel 1959 a Recanati e oggi parte del gruppo Fagerhult, ha fatto della luce un linguaggio culturale oltre che tecnico. La sua filosofia è chiara: migliorare la vita delle persone attraverso un’illuminazione consapevole, capace di unire innovazione, sostenibilità e benessere.

Una luce centrata sull’uomo e sull’ambiente

Per iGuzzini, la sostenibilità non è solo un insieme di parametri energetici o materiali riciclati, ma una forma di rispetto verso chi abita lo spazio. L’azienda sviluppa sistemi di illuminazione pensati per adattarsi all’uomo e non il contrario, un approccio definito Human Centric Lighting, che nasce proprio da questa visione: progettare la luce partendo dai bisogni biologici dell’uomo.

La luce diventa strumento di benessere psicologico e fisico, accompagna i ritmi circadiani, favorisce la concentrazione, migliora la percezione dei colori e dei materiali.

Questa idea si concretizza in prodotti che uniscono estetica e responsabilità ambientale. Un esempio è Light Shed 60 Linen, una sospensione modulare realizzata con il 45% di plastica riciclata e uno schermo in PMMA interamente riciclabile. La texture del corpo, ottenuta da fibre di lino, racconta già nel materiale la sua vocazione naturale. Anche Sipario, proiettore a LED ad altissima efficienza, riflette la stessa etica: corpo in alluminio riciclabile e durata operativa superiore alle 50.000 ore. Sono scelte progettuali che parlano di responsabilità: meno consumo, meno manutenzione, più qualità.

Light Shed 60 Linen

L’etica industriale dell’azienda

Oltre all’aspetto percettivo, la sostenibilità per iGuzzini si traduce in un preciso impegno produttivo. L’azienda ha integrato processi di fabbricazione orientati alla riduzione dell’impatto ambientale, allungando il ciclo di vita dei prodotti e favorendo la possibilità di smontaggio e riciclo dei materiali.

L’uso di LED ad alta efficienza, di materiali riciclati e riciclabili, insieme all’ottimizzazione delle logiche di trasporto e imballaggio, costituisce solo una parte della strategia. L’altro elemento, meno visibile ma altrettanto decisivo, è la durabilità: creare prodotti che restano attuali nel tempo, che non inseguono la tendenza ma la trascendono. In questo modo, la sostenibilità diventa anche una forma di sobrietà estetica, una resistenza all’obsolescenza.

All’interno della sede di Recanati e dei vari hub europei, iGuzzini promuove inoltre programmi di ricerca e collaborazione con università, designer e istituzioni museali, con l’obiettivo di diffondere una cultura della luce responsabile.

iGuzzini: luce e comunità

Uno dei tratti distintivi del lavoro di iGuzzini è la capacità di trasformare la luce in un elemento sociale. La luce costruisce comunità, rivela il paesaggio, restituisce identità ai luoghi, genera sicurezza e inclusione.

Nei progetti urbani realizzati in tutto il mondo, l’azienda lavora con un principio chiaro: illuminare senza invadere. Le sue soluzioni tecniche, come la linea Filorail, un binario elettrificato di soli 4 mm quasi invisibile, mostrano come la tecnologia possa scomparire per lasciare spazio alla percezione.

Nei contesti storici l’obiettivo non è esaltare l’architettura, ma restituirle leggibilità, rispettandone il valore e la memoria.

La luce, così, diventa un linguaggio di cittadinanza. Dalle piazze ai percorsi museali, dagli uffici ai teatri, il progetto luminoso di iGuzzini è un gesto che educa al rispetto del contesto.

Filorail

Verso una nuova cultura della luce con iGuzzini

La ricerca di iGuzzini ci invita a ripensare la luce non come effetto scenico, ma come forma di cultura materiale. Ogni scelta luminosa, intensità, temperatura, direzione, incide sull’ambiente e sul comportamento di chi lo vive. Progettare luce oggi significa integrare tecnologia, estetica e responsabilità in un unico pensiero coerente.

L’azienda parla di Light First: una filosofia in cui la luce è principio generativo del progetto, non complemento decorativo. È un approccio che invita designer, architetti e artisti a ripensare la propria pratica, spostando l’attenzione dal risultato visibile all’impatto sensoriale e ambientale.

Lo slogan di iGuzzini, “Light That Moves”, racchiude questa filosofia. Si tratta di una luce che muove qualcosa: emozioni, comportamenti, consapevolezze, mette in relazione le persone con l’ambiente e con sé stesse.

Nel panorama del design contemporaneo, la sfida non è inventare nuovi oggetti, ma nuovi significati. Progettare oggi significa assumersi una responsabilità: quella di generare esperienze durature, rispettose, necessarie.

Il compito del design non è prevedere il futuro, ma costruire le condizioni perché il futuro possa ancora accadere.

Illuminare il futuro: la sostenibilità secondo iGuzzini